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Andrea Zagato

L'Arte della Formazione Esperienziale: Quando l'Apprendimento Diventa Azione

Nel mondo della formazione aziendale, la tradizione ha spesso privilegiato metodi didattici basati sulla trasmissione di informazioni. Slide su slide, diagrammi, esempi astratti. Ma cosa accade se, invece di 'parlare' di un concetto, permettiamo ai partecipanti di 'viverlo'? Questa è la filosofia che sta alla base della mia modalità formativa: l'apprendimento esperienziale.


Niente Slide, Solo Esperienze


Mentre la maggior parte dei formatori utilizza slide per condividere informazioni, nella mia formazione si usa un approccio completamente diverso. La lavagna a fogli mobili diventa il cuore pulsante della classe. I fogli diventano un telaio su cui il gruppo costruisce, modifica e arricchisce il suo percorso formativo. L'attenzione non è sottratta da informazioni secondarie, ma concentrata sul 'fare' e sul 'capire attraverso l'azione'.


Adattabilità: il Programma è solo un punto di partenza


Preparare un programma dettagliato è fondamentale, ma seguire rigidamente ogni punto può essere controproducente. Le esigenze del gruppo emergono spesso in tempo reale e adattare la formazione a queste necessità non è solo utile, è essenziale. Questa flessibilità non solo facilita un apprendimento più profondo, ma permette anche di affrontare problemi e domande reali che potrebbero non essere coperte da un programma rigido.


Creare Connessioni in un Gruppo Eterogeneo


Lavorare con un gruppo eterogeneo è sia una sfida che un'opportunità. La diversità di età, background e livelli di esperienza può essere un ostacolo, ma è anche una miniera d'oro di prospettive e abilità diverse. In questo capitolo, esplorerò come costruisco relazioni efficaci in un ambiente così complesso, un pilastro essenziale per il successo della formazione esperienziale.


Ascoltare per Conoscere


Il primo passo per stabilire una relazione con un gruppo eterogeneo è l'ascolto attivo. Prima di poter effettivamente 'insegnare', è fondamentale 'imparare' dai partecipanti. Chi sono? Cosa cercano dalla formazione? Quali sono le loro esperienze passate? Durante la prima sessione, dedico del tempo ad ascoltare le storie individuali, utilizzando esercizi di gruppo che permettono a tutti di condividere.


Flessibilità e Personalizzazione


Grazie all'ascolto, posso adattare la formazione alle specifiche esigenze del gruppo. Non si tratta solo di modificare il programma, ma di personalizzare le attività in modo che siano rilevanti per ogni singolo partecipante. Ad esempio, se il gruppo è misto tra neolaureati e professionisti esperti, le sessioni saranno strutturate in modo da offrire sfide e opportunità di apprendimento a entrambi.


Creazione di un Ambiente Sicuro


Per poter essere vulnerabili e aperti all'apprendimento, i partecipanti devono sentirsi al sicuro. La creazione di un ambiente in cui l'errore è visto come un'opportunità di crescita è fondamentale. Utilizzo tecniche come il feedback costruttivo e gli esercizi di team-building per instaurare un clima di fiducia reciproca.


Le "Tre C" della Coesione di Gruppo

  1. Comunicazione: Utilizzo esercizi che migliorano la comunicazione verbale e non verbale, fondamentali per la coesione del gruppo.

  2. Collaborazione: Attraverso attività di gruppo, incoraggio la collaborazione e mostro come le competenze individuali possano contribuire al successo collettivo.

  3. Comprensione: Esploriamo come la diversità sia un punto di forza che può migliorare la produttività e l'innovazione.


La formazione esperienziale non è solo un approccio alternativo, è una risposta concreta alle necessità mutevoli delle aziende e dei loro dipendenti. Se siete pronti a scardinare i vecchi paradigmi e abbracciare un metodo che coniuga teoria e pratica in un unico, potente strumento di crescita, la formazione esperienziale è la strada da percorrere.


Vuoi vivere l'apprendimento in modo completamente nuovo? Contattami e scopriamo insieme come portare la tua azienda al prossimo livello. Oppure continua a leggere il capitolo successivo in cui parlo di come gestire le interazioni tra discenti.






Formazione esperienziale con gruppi eterogenei - Docente: Andrea Zagato
Formazione esperienziale con gruppi eterogenei - Docente: Andrea Zagato

Gestire le Interazioni tra Discenti: Il Ruolo del Formatore come Coach


Le interazioni tra i discenti sono una componente fondamentale in ogni programma di formazione, ma possono anche diventare un terreno fertile per conflitti o, al contrario, occasioni mancate di apprendimento. In questi contesti, il formatore non è semplicemente un trasmettitore di informazioni, ma assume il ruolo di un coach. Ma cosa significa esattamente? Vediamo insieme come questa dinamica funziona.


Il Formatore come Facilitatore


In una formazione esperienziale, il formatore è più un facilitatore che un insegnante tradizionale. La sua responsabilità principale non è impartire lezioni, ma creare un ambiente che favorisca l'apprendimento attivo. Questo richiede una serie di abilità diverse, dalla mediazione al problem-solving, passando per l'empatia e l'ascolto attivo.


Gestione delle Dinamiche di Gruppo


In un gruppo eterogeneo, le dinamiche possono essere altamente variabili. Alcuni partecipanti potrebbero dominare la discussione, mentre altri potrebbero ritirarsi in un angolo. Come coach, il formatore deve essere attento a queste dinamiche e pronto ad intervenire per bilanciare le interazioni. Tecniche come il "giro di parole", in cui ogni partecipante ha un momento per esprimersi, o esercizi di team-building possono essere utili strumenti.


Il Potere delle Domande


Un coach sa che il potere delle domande è immenso. Piuttosto che fornire risposte, un buon formatore-coach formula domande che stimolano il pensiero critico e incoraggiano il dialogo tra i discenti. Questo non solo migliora la qualità delle interazioni, ma permette anche ai partecipanti di arrivare alle loro conclusioni, rendendo l'apprendimento più significativo e durevole.


Feedback: un flusso Bidirezionale


In una formazione ben gestita, il feedback non è unidirezionale. Oltre a fornire osservazioni e suggerimenti ai discenti, il formatore-coach incoraggia il feedback tra i partecipanti e anche verso di sé. Questa apertura al dialogo aiuta a calibrare la formazione in tempo reale, adattandola alle esigenze emergenti del gruppo.


Caso di Studio: aumento dell'Engagement in Team di Progetto


In una recente formazione con un'azienda tecnologica, ho introdotto una serie di sessioni di coaching di gruppo focalizzate sul miglioramento delle soft skills. Grazie all'approccio di coaching, il livello di engagement del team è salito del 40%, e i membri hanno riferito una maggiore fiducia nelle loro abilità di problem-solving e comunicazione.


Il ruolo del formatore come coach è un elemento chiave per massimizzare l'efficacia delle interazioni tra discenti. Da facilitatore a mediatore, da interrogatore a ascoltatore attivo, il formatore-coach indossa molti "cappelli". Questa versatilità non solo rende la formazione più efficace, ma trasforma anche l'esperienza di apprendimento in un percorso collettivo di crescita e scoperta.

Quello che le parole non dicono

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