Come acquisire fiducia in sé stessi
- Andrea Zagato
- 16 nov 2020
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 11 ott 2021
Ho un vivo ricordo seduto di fronte a tre persone a me sconosciute. La stanza era asettica e la temperatura alquanto bassa. Mentre tenevo la mia cartelletta in mano, uno dei tre mi disse "come sei giovane, è strano vedere un ventenne ad un colloquio di lavoro di questo tipo"; cominciai a muovermi sulla sedia, ruotai leggermente la testa e sentii una forte ansia crescere dentro di me, non sapevo come ribattere.
La frase che d'impeto mi uscii fu: "forse ho sbagliato a leggere l'annuncio, ma è il mio primo colloquio e la prenderò sicuramente come un'esperienza".
Non mi rimprovero di esser stato così impacciato nel muovermi e nel parlare.
Gli altri due sconosciuti non mi considerarono nemmeno, avevano un atteggiamento molto sicuro, schiena ben appoggiata alla sedia, braccia larghe, addirittura uno dei due abbracciava la sedia accanto.
In quel momento iniziai ad imitarli, ma con scarso successo.
Entrò una donna, affascinante, con uno sguardo di ghiaccio e mi fissò subito dritto negli occhi, già stavo muovendo incessantemente la gamba, ma in quel momento si aggiunse un brivido freddo per tutto il corpo, lo stomaco era già k.o.
L'esaminatrice mi disse: "tu per ultimo, se non puoi aspettare vai pure". Un inizio perfetto per un primo colloquio, ma il suo sorriso finale trasformò il suo volto in uno simile ad una scena di un film dove una donna, dalla doppia corazza, abbassa le sue armi e mostra il suo lato più materno.
Decisi ovviamente di rimanere.
Dopo due ore e mezza l'ansia era quadruplicata e mi immaginavo già a casa alla ricerca di un colloquio di lavoro più amichevole.
Ti racconto questa mia esperienza personale perché mi ha insegnato una grande lezione di vita: chi non ti conosce deve ancora esplorarti, l'istinto ti porterà a confermare le aspettative degli altri e la mente a studiare l'altro. Ricordati, in tutto questo, di non dimenticarti della cosa più importante: te stesso.
Mi alzai, guardai un punto ben preciso (la luce rossa del condizionatore d'aria spento) e mi dissi mentalmente "Andrea proprio come alla tua tesi di Laurea: sii protagonista di te stesso". Iniziammo a parlare, misi in luce i miei studi, la mia inesperienza nel campo della formazione, man mano il corpo si stabilizzava, la voce diventava cristallina e non guardavo la donna davanti a me ma guardavo me stesso. Sentivo una grande voglia di mettermi in gioco, di vivermi quel momento e non pensai al dopo, ma rimasi coi piedi per terra.
Dopo 3 giorni ricevetti la chiamata dalla segretaria che, con voce squillante, mi disse che avrei iniziato a insegnare ad una classe di ragazzi.
Quando entrai in aula dissi a me stesso: "non fare come al colloquio, ma proprio come alla tesi di Laurea: sii protagonista di te stesso". Con il mio percorso di studi, con lo studio fatto nei giorni a seguire e l'ascolto del mio corpo riuscii a passare da una classe di ragazzi alle prime formazioni aziendali.
Dal mio punto di vista la fiducia in se stessi nasce da punti ben precisi:
mettere in secondo piano il giudizio altrui;
gestire l'emotività attraverso una conoscenza del proprio corpo e della gestualità;
impegnarsi a non ascoltare la voce interiore che proietta sul futuro ma rimanendo nel "qui ed ora";
non aver paura di sbagliare ed essere consapevoli di poter rimediare ai propri errori;
guardare negli occhi gli interlocutori senza mai pensare a ciò che potrebbero a loro volta pensare di te;
Su questi punti ho creato dei percorsi di coaching che stanno aiutano molti miei clienti a superare le ansie e le paure legate alla fiducia in sé stessi.
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